
La Luce Blu nel trattamento delle lesioni cutanee pediatriche
Serie di casi pubblicata su Children
Titolo: Rapid, Safe, and Tolerable Healing of Pediatric Skin Injuries with Blue Light Therapy: An Observational Case Series.
Autori: Biagio Nicolosi, Eleonora Bastarelli, Mirco Gregorini, Guido Ciprandi.
Anno: 2025
Pubblicazione: Children (Basel). 2025 Jun 19;12(6):801. doi: 10.3390/children12060801.
CASI DI LESIONI CUTANEE PEDIATRICHE | SINTESI
INTRODUZIONE
Nell’ambito dell’assistenza neonatale e pediatrica, le lesioni cutanee pediatriche rappresentano una sfida complessa per i professionisti coinvolti perché richiedono una preparazione specifica, competenze avanzate e approcci delicati, rapidi e minimamente invasivi. La maggior parte delle medicazioni e delle linee guida per la prevenzione e il trattamento derivano da studi e pratiche sugli adulti, nonostante le differenze anatomiche e fisiologiche; in molti casi, gli specialisti della cura delle lesioni cutanee pediatriche devono adattare i prodotti destinati a pazienti adulti.
La pelle dei neonati differisce da quella degli adulti in termini strutturali e funzionali e, sebbene anatomicamente matura, è una struttura più delicata e vulnerabile. Uno degli obiettivi della gestione integrata delle lesioni cutanee nei soggetti pediatrici è ridurre al minimo il dolore e ridurre il disagio emotivo sia per i pazienti che per i genitori.
Negli ultimi anni, la fotobiomodulazione con Luce Blu ha mostrato un impatto importante sulla guarigione di ferite croniche di diverse eziologie negli adulti. La Luce Blu agisce attraverso la riduzione dell’infiammazione e la stimolazione del microcircolo, favorendo la rigenerazione dei tessuti e la riduzione del dolore. La terapia con Luce Blu prevede un trattamento senza contatto e non è né invasiva né dolorosa, e potrebbe essere una valida opportunità di trattamento per i pazienti pediatrici.
Questa serie di casi mira a valutare l’efficacia e la sostenibilità della terapia con Luce Blu per i pazienti pediatrici.
MATERIALI E METODI
I pazienti inclusi in questa serie di casi sono stati visitati o sono stati ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze (Italia). Il personale infermieristico pediatrico, esperto nella cura delle ferite, ha medicato tutti i pazienti e raccolto i dati sulle ferite trattate con Luce Blu.
Sono stati inclusi dodici pazienti pediatrici (0-12 anni) con lesioni cutanee di varia eziologia: dermatite associata all’incontinenza (IAD), danno cutaneo associato all’umidità peristomale (p-MASD), lesione da pressione (PI) e lesioni da pressione correlate ai dispositivi medici (MDRPI).
Le ferite sono state valutate utilizzando specifici strumenti di classificazione e scale del dolore, selezionati in base al tipo di lesione e all’età del paziente.
Per la terapia di fotobiomodulazione con Luce Blu è stato utilizzato EmoLED, dispositivo medico per il trattamento delle lesioni cutanee di persone di età superiore ai 16 anni. In questo studio l’uso del dispositivo è considerato off-label come molti dispositivi medici utilizzati in pediatria.
Il trattamento consiste nell’irradiazione con luce blu per 60 o 120 secondi sulla zona della lesione, dopo la pulizia e prima della medicazione.
La scelta della medicazione si è basata sul tipo di ferita, sul livello di essudato, sul sito anatomico e sull’età del paziente, in conformità alle migliori pratiche cliniche e ai principi di cura della pelle in età pediatrica. La frequenza dei cambi di medicazione variava in base alle caratteristiche della ferita e al livello di essudato, ma nella maggior parte dei casi veniva effettuata ogni 3-4 giorni.
RISULTATI
Sono stati trattati otto maschi e quattro femmine. Quattro pazienti erano neonati di età inferiore a un mese, tre pazienti erano neonati di età compresa tra 4 e 7 mesi e i restanti pazienti avevano più di 9 anni (9-12). Le ferite esaminate erano 4 IAD, 4 p-MASD, 1 PI e 3 MDRPI.
La risoluzione completa della ferita è stata raggiunta nel 91,6% dei casi (11 su 12), mentre la guarigione parziale è stata riscontrata in una p-MASD infetta con complicanze chirurgiche della ferita che ha avuto solo due trattamenti con Fotobiomodulazione ma ha comunque mostrato un miglioramento clinico significativo.
Il tempo medio di guarigione è stato di 3,7 giorni, con una media di 1,4 trattamenti con luce blu. Gli IAD e i p-MASD sono guariti con solo 1 o 2 trattamenti con luce blu, mentre sono state necessarie da 2 a 4 applicazioni per le lesioni da pressione.
Il dolore percepito è stato valutato in tutti i casi secondo scale diverse, a seconda dell’età del bambino. Nei neonati si è manifesta solo una lieve agitazione, senza evidenza di dolore. I punteggi indicano disagio, caratterizzato da lieve irrequietezza, ma non è stato necessario un intervento analgesico. I bambini più grandi non hanno riportato dolore e le descrizioni facciali indicano lievi differenze nell’espressione, attribuibili a moderata agitazione o irrequietezza, ma senza evidenza di angoscia.
Non sono stati osservati effetti collaterali o eventi avversi durante e dopo i trattamenti con la luce.
Nell’articolo è riportata una descrizione dettagliata di quattro casi selezionati in quanto rappresentativi delle diverse eziologie trattate nella serie di casi.
DISCUSSIONE
Per quanto ne sappiamo, questo lavoro è il primo a valutare la Fotobiomodulazione con luce blu LED nella cura delle ferite pediatriche.
Nella nostra esperienza, tutti i pazienti trattati con Fotobiomodulazione a luce blu hanno mostrato risultati positivi in risposta al trattamento. In 11 casi su 12, le lesioni hanno raggiunto la piena guarigione in tempi più rapidi rispetto a quelli comunemente riportati in letteratura. Il trentatré percento (4) delle lesioni ha raggiunto la risoluzione con una sola applicazione di Luce Blu. Un effetto del trattamento che abbiamo notato in tutti i casi è stata la rapida risoluzione dell’infiammazione, che ha permesso al tessuto danneggiato di procedere più rapidamente con la riparazione dei tessuti.
I punteggi delle scale di percezione del dolore hanno mostrato che il trattamento con luce blu era ben tollerato dai pazienti pediatrici che mostravano solo disagio o agitazione, probabilmente correlati alla manipolazione del personale piuttosto che al trattamento con il dispositivo medico. Pertanto, la terapia è stata ben accettata dai pazienti che hanno mostrato anche un’elevata compliance parentale. Non sono stati osservati eventi avversi o effetti collaterali durante l’applicazione della luce blu, confermando la sicurezza già stabilita negli adulti.
Sebbene questa casistica mostri come limitazioni un numero ridotto di pazienti, l’assenza di un gruppo di controllo e una variabilità delle medicazioni associate al trattamento con luce blu, secondo gli autori i punti di forza di questa terapia hanno dimostrato di essere l’adattabilità a un’ampia eterogeneità di lesioni, l’assenza di effetti collaterali e l’eccellente applicabilità in ambito pediatrico.
